Diagnosi delle cistiti - Coliman compresse

D-MANNOSIO + UVA URSINA
ANTIBIOTICO NATURALE per le vie urinarie

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Diagnosi delle cistiti

Quando usare Coliman > Cistiti classificazione
DIAGNOSI DI CISTITE
La diagnosi   delle IVU si avvale di indagini che  accertano la presenza o l’assenza di piuria  (cioè la presenza di globuli bianchi o leucociti nelle urine) e/o batteriuria (presenza di germi nelle urine) ,  e ci  permettono di formulare la diagnosi anche in assenza di sintomatologia. Tali indagini sono
L’esame delle urine con studio del sedimento
L’urinocoltura.


Vediamo prima come si raccolgono le urine negli adulti ?

1. ACQUISTARE IN FARMACIA UN CONTENITORE STERILE TRASPARENTE A BOCCA LARGA E CON TAPPO A VITE.



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2. RACCOLTA DEL MITTO  INTERMEDIO

La prima urina del mattino non deve essere raccolta . Si deve raccogliere la seconda urina .  Che significa ?
Significa che la prima urina della prima minzione deve essare fatta andare nel wc.  Poi ci si deve interrompere  e raccogliete quella che ci serve per riempire la provetta , poi si piò continuare la minzione  ed continuate la minzione nel wc. Questo è quel termine detto MITTO INTERMEDIO.
TECNICA DI RACCOLTA
Raccogliere le urine della prima minzione del mattino (o almeno 3 ore dopo l’ultima minzione) procedendo come segue:
Lavare accuratamente le mani con acqua e sapone;
Pulire accuratamente e ripulire i genitali esterni con acqua e sapone (nel maschio, dopo aver retratto completamente la cute del glande; nella donna tenendo distanziate le grandi labbra con una mano, pulire con l’altra mano dall’avanti all’indietro;
Risciacquare con acqua corrente;
Urinare scartando il primo getto (circa 20 ml) e, senza interrompere la minzione, raccogliere direttamente nel contenitore il mitto intermedio;
Richiudere il contenitore, avvitando accuratamente il tappo.

3. CONSERVAZIONE
Una volta che l'urina è stata raccolta , o si porta direttamente al laboratorio o si conserva  a 4°C  (cioè nel frigorifero) per un massimo di 12/24 ore.


4. AVVERTENZA
Per la corretta esecuzione dell’esame occorre non essere in terapia antibiotica da almeno 6 giorni, salvo diversa indicazione da parte del medico.


ESAME DELLE URINE
L’urina è il liquido prodotto dei reni che filtrano il sangue per depurarlo dalle scorie prodotte dal metabolismo. Tramite l’urina quindi, si eliminano dall’organismo i prodotti di scarto e l’eccesso di acqua o di sostanze che vi sono disciolte.
Si compone di due parti :
1. Esame fisico - chimico
2. Studio del sedimento urinario,   lo studio del sedimento , consiste nell’osservazione al microscopio ottico delle urine centrifugate o meno  e permette il rilievo della piuria e della batteriuria. (l'urina viene guardata al microscopio)

ESAME FISICO DELLE URINE
QUANTITA’ O VOLUME:
La normale quantità di urine eliminata nelle 24 ore è compresa tra i 1200 e 1500 ml.
Un aumento del volume delle urine, può essere dovuto all’assunzione di diuretici, nel caso di diabete mellito, diabete insipido e nelle malattie del tubulo renale.
Invece, diminuisce: nel caso di disidratazione, vomito, diarrea, nefrosclerosi e shock.
PESO SPECIFICO:
1005-1025 (valori normali = vn).
Una diminuzione è segno di insufficienza renale cronica.
COLORE:
Il colore normale delle urine è giallo pagliarino o ambra, un colore diverso è riscontrabile nelle seguenti situazioni:
Giallo oro: in caso di assunzione di antibiotici o vitamine.
Giallo carico: stati febbrili,
Giallo marsala: mallatie epatiche con ittero,
Da rosso chiaro a rosso scuro: presenza di emoglobina o mioglobina;
Marrone: (color coca-cola o lavatura di carne): presenza di sangue (ematuria),
Verde-blu: bleu di metilene o in seguito ad infezione da pseudomonas.
ASPETTO:
Il normale aspetto delle urine è limpido, trasparente: un aspetto torbido può derivare dalla presenza di: muco, leucociti (globuli bianchi), globuli rossi, cellule epiteliali, acido urico, proteine, batteri, spermatozoi, è lattescente in caso di piuria, può contenere precipitati per presenza di fosfati e urati.
ESAME CHIMICO DELLE URINE
PROTEINE:
Valore normale: deve essere inferiore a 15 mg/dl, in gravidanza può raggiungere anche i 50 mg/dl.
La proteinuria patologica può essere minima (o.5 g/L) nella calcolosi renale, nel rene policistico e nella glomerulonefrite cronica;
moderata (da 0.5 a 4 g/L) nella nefropatia diabetica, nella glomerulonefrite cronica o acuta, nella sindrome nefrosica e nel mieloma multiplo;
grave (superiore a 4 g/L) nella glomerulnefrite acuta, nel Lupus eritematoso e nella sindrome nefrosica.
Aumento proteine: stati febbrili, infezioni, nefrosi, sforzi fisici, malattie renali, gravidanza e emopatie.
GLUCOSIO:
Valore normale: assente.
Presenza di glucosio: diabete, glicosuria, ipertiroidismo, ipersurrenalismo e farmaci.
Se la glicemia supera i 180 mg/L si ha glicosuria.
CORPI CHETONICI:
Valore normale: assenti.
La loro presenza si può riscontrare nelle donne in gravidanza, diabete mellito, stati febbrili (soprattutto nei bambini), malattie del fegato.
PH: 5.5-7.5
Fattori in grado di influenzare il pH: alimentazione, farmaci, infezioni delle urine.
Può arrivare a 4.5 in caso di dieta di carne o a 8.0 in chi segue una dieta vegetariana.
BILIRUBINA: vn=assente
Sostanza di colore giallo-rosso prodotta dalla scissione dell’emoglobina;
compare nelle urine quando la bilirubina plasmatica supera i 2mg/100ml: la sua presenza indica un danno epatico, epatiti virali, ittero, carcinoma del pancreas.
UROBILINA O UROBILINOGENO: vn=assente o 0.2 mg/dL.
Un aumento indica danno del fegato, emolisi o stipsi;
Una diminuzione si verifica in caso di ostruzione biliare, transito intestinale accelerato o assunzione di antibiotici.
ESAME DEL SEDIMENTO o Studio microscopico della urina
EMOGLOBINA O EMATURIA: vn = assente o presenti in modeste quantità.
Le cause più frequenti di emoglobina(Hb) nelle urine: Calcoli, leucemie, neoplasie begnine e maligne, tubercolosi renale, sangue mestruale nella donna, emolisi, ustioni, emoglobinuria parossistica, anemie emolitiche, anemia dovuta ad intenso sforzo fisico (anemia da sforzo), forti stati emozionali o esposizione a basse temperature, farmaci (aspirina, salicilati, atropina, sulfamidici e anticoagulanti), avvelenamenti.
Altre cause di ematuria sono: glomerulonefrite, rene policistico, infarto renale, idronefrosi, trombosi della vena renale, papillomi vescicali, traumatismi, ipertrofia o adenocarcinoma prostatico.
In caso di persistenza eseguire un’urografia.
LEUCOCITURIA/piuria/O GLOBULI BIANCHI NELLE URINE *
La presenza di leucociti indica un processo infiammatorio o infettivo: (cistite, uretrite, calcolosi renale, pielonefrite, cancro alla vescica).
CILINDRURIA:
I cilindri sono agglomertai di proteine e di altri elementi che si formano nei tubuli renali.
La loro presenza può indicare disfunzione renali.
SALI E CRISTALLI:
Se in forte quantità, possono indicare una calcolosi renale.
CALCOLI:
Sono indice di ipercalciuria idiopatica, iperparatiroidismo o iperossaluria (sali di calcio).
CONTA DI ADDIS:
In condizioni normali, nel corso di 24 ore vengono eliminati con e urine 1 milione di globuli rossi, 2 milioni di globuli bianchi e fino a 10 mila cilindri ialini.
UREA: vn=25-35 grammi nelle 24 ore.
Aumento dell’urea: stati febbrili, ipertiroidismo, diabete, eccesso di proteine alimentari.
* I globuli bianchi o leucociti nelle urine . La LEUCOCITURIA o PIURIA.
Il termine piuria indica la presenza nel sedimento di urine centrifugate di più di dieci leucociti per campo microscopico a 400 ingrandimenti.  Nelle urine sedimentate una leucocituria abbondante può evidenziarsi come un deposito biancastro simile a quello che si ha nella precipitazione di fosfati. L’aggiunta di acido acetico al 2% solubilizza i fosfati ed evidenzia meglio i leucociti.
La piuria è un indicatore sensibilissimo di IVU e la sua assenza deve suggerire una diagnosi diversa o una contaminazione del campione (se, per esempio, vi è batteriuria in assenza di piuria come può capitare in una paziente con catetere a dimora).
Bisogna però tener presente che molti fattori possono far variare il numero di leucociti osservati:
1) la velocità e il tempo di centrifugazione;
2) lo stato di idratazione del paziente;
3) il volume nel quale il sedimento è diluito;
4) l’intensità della risposta infiammatoria tissutale;
5) il metodo di prelievo delle urine.
Si può allora ricorrere a due metodi di conteggio su urine fresche non centrifugate: il primo consiste nel valutare la velocità di escrezione urinaria dei leucociti ossia il numero di cellule escrete nelle urine raccolte in un tempo definito (n° leucociti l'ora) ; il secondo consiste nel determinare la loro concentrazione per mm in un campione scelto a caso.
Numerosi studi hanno confermato che una concentrazione  10 leucociti /rnm3, corrispondente ad una escrezione  400.000 leucociti l'ora, è correlata fortemente con una batteriuria significativa .
Non sempre la presenza di piuria è segno di patologia infettiva batterica: interventi sull’apparato urinario, corpi estranei, calcolosi, tubercolosi renale e infezioni non batteriche dell’apparato uro-genitale sono solo alcune delle condizioni in cui si può avere una intensa leucocituria in assenza di infezione (“piuria sterile”).



Test diagnostici rapidi

Molto utili nella pratica clinica sono alcuni test reattivi elaborati, nel corso degli anni, per rivelare la presenza di piuria e di batteriuria. I test di consumo del glucosio e di produzione dei nitriti possono essere eseguiti velocemente grazie a dipsticks. Il test dei nitriti (Multistix - Divisione Ames. Miles Italiana S.p.A) si basa sulla capacità di alcuni batteri di ridurre i nitrati a nitriti ad opera dell’enzima nitrato-reduttasi: la positività è indice di batteriuria.
Un numero di colonie maggiore di  100.000 UFC/ml ma con  negatività al test dei nitrati, non esclude una infezione (perché il test sia positivo le urine devono soggiornare in vescica almeno 6 ore e inoltre è possibile che l’agente infettante sia un batterio, come Enterococco e Pseudomonas, che non riduce i nitrati).
Attualmente, il test che più di ogni altro unisce alla rapidità, al basso costo e alla facile interpretabilità una ragionevole accuratezza è quello che misura l’attività dell’esterasi leucocitaria urinaria.
Questo test in realtà determina la presenza di piuria ed è quindi un test indiretto della presenza di batteri. Ha un range di sensibilità tra il 75% e il 94% con una specificità compresa tra il 94% e il 98%  e può trovare un utile impiego nello screening di individui asintomatici.
Là dove si renda necessario un preciso studio quantitativo e qualitativo della batteriuria si deve comunque procedere all’esame microbiologico.
URINOCOLTURA

L’urinocoltura è un esame delle urine che serve a identificare la presenza in esse di batteri e a definirne la specie (batteri che possono essere responsabili di infezioni delle vie urinarie).
Viene solitamente completata dell’antibiogramma, cioè da un test di laboratorio che ricerca tra i vari antibiotici quello più adatto a uccidere il batterio trovato nelle urine (ossia, valuta la sensibilità o la resistenza agli antibiotici della specie batterica in causa), in questo modo si può determinare la cura più idonea.
Il valore normale di una urinocoltura è:
  • negativo (l’esame viene considerato negativo per un numero di colonie inferiori a 10.000
  • dubbio per un numero di colonie compreso tra 10.000 e 100.000
  • positivo per un numero di colonie superiore a 100.000

In altre parole, si definisce infezione delle vie urinarie IL RISCONTRO  all’urinocoltura della presenza di germi di un solo tipo in numero pari o superiore a 100.000/mm3.

In caso di positività (presenza di batteri nelle urine), il referto conterrà:
  • il nome del germe identificato,
  • la concentrazione dei batteri, in genere espressa come potenza di 10 (per esempio, 100.000 = 105 unità formante colonie CFC/ml),
  • l’antibiogramma, espresso con una tabella che elenca gli antibiotici di cui è  stata valutata l’efficacia.

Quando ci sono dei batteri nelle urine  potremo riconoscere tre quadri

La BATTERIURIA
La CISTITE
La PIELONEFRITE

Batteriuria
La presenza cospicua di batteri nelle urine, che normalmente non ne contengono, viene definita batteriuria.  
In questo caso se non ci sono sintomi alle vie urinarie non si deve fare niente, non è necessaria la somministrazione di antibiotici che anzi può creare delle resistenze al farmaco
Si deve solo vedere se questi germi ci sono per contaminazione delle urine da parte dell’uretra, della vagina e della cute o perch+ l'urina è infetta.
In genere una Batteriuria è  significativa quando  il numero dei batteri è tale da essere < 100000 UFC/ml.
Data la frequenza con cui i campioni d’urina si contaminano, la diagnosi di batteriuria significativa asintomatica deve soddisfare i seguenti criteri:
a) due campioni d’urina con più di 10 UFC/ml e con isolamento del medesimo germe nei due campioni o, in alternativa;
b) un campione di urina prelevato mediante catetere con più di 102 UFC/ml

Cistite
Se sono presenti segni clinici di infezioni delle vie urinarie, si parla di cistite  quando l’infezione è localizzata alla vescica

Pielonefrite
Pielonefrite, accompagnata da sintomi, quando l’infezione si estende dalla vescica alle vie urinarie (ureteri) e al rene. In questo caso i sintomi della infezione urinaria sono rappresentati da brividi scuotenti e febbre alta  (iperpiressia ) anche 40 che insorgono alla sera.


Ripetiamo  il concetto di diagnosi di infezione delle vie urinarie con la urinocoltura
La diagnosi di IVU si basa sulla dimostrazione di più di 100.000 microorganismi di una singola specie per ml di urina; l'unità di misura sono le UFC  (Unità Formanti Colonie)
Conte microbiche comprese tra 10.000 e 100.000  UFC / ml hanno significato dubbio e consigliano la ripetizione dell’esame; titoli inferiori a 10.000 UFC/ml non sono significativi.
Nei casi dubbi o se è presente una flora batterica mista (in più del 90% delle infezioni vere ne è responsabile una sola specie) si deve ripetere l’esame.
Ricordiamo che il valore - soglia di 100.000 UFC/mI è da considerare valido solo per le pazienti asintomatiche e che venne originariamente proposto da Kass allo scopo di distinguere l’infezione vera dalla contaminazione del campione urinario da parte di specie saprofite o solo occasionalmente patogene.

Una urinocoltura con  100.000 UFC/ml è dunque diagnostica per infezione

Più precisamente le probabilità che si tratti di una infezione sono dell’80% se il rilievo è fatto su un’unica coltura, del 91% se le colture positive sono due e del 95% se sono tre. In presenza di sintomatologia, l’indice di Kass non vale più a stabilire i limiti inferiori di una batteriuria significativa poiché circa un terzo delle donne con IVU acute presenta conte batteriche comprese tra 102 e 10 UFC/lTd . Cio significa che se siamo di fronte ad una paziente sintomatica, giovane e con piuria (leucoiti nelle urine ) documentata anche se l'urinocoltura dimostra una bassa concentrazione di batteri nelle urine ,  si deve ritenere significativa anche una conta di 102 UFC/ml in presenza di un solo (o per lo meno predominante) agente patogeno urinario.

Raccolta e conservazione del campione (..........ovvero come si raccoglie l'urina nell'urinocoltura ? )
Per limitare al minimo la possibilità di inquinamento del campione, la raccolta dell’urina deve essere eseguita in modo scrupoloso. Il metodo più comune negli adulti è quello della raccolta del mitto intermedio in contenitore sterile, che deve essere fatta dopo detersione accurata dei genitali esterni e della regione perineale.
La paziente ambulatoriale dovrebbe ricevere 8 garze sterili: 4 imbevute di sapone liquido (o di un agente disinfettante) e 4 innumidite con acqua calda.  Essa dovrebbe essere istruita a lavare i genitali esterni in senso antero-posteriore con ognuna delle garze saponate e quindi a detergersi ogni volta con una delle garze umide. Ogni garza deve essere usata una volta sola e quindi eliminata. La paziente dovrebbe quindi mingere e scartare lana piccola quantità di urine per lavare l’uretra distale (fisiologicamente non sterile), quindi immettere il rimanente in un contenitore sterile.
La raccolta di urina mediante puntura sovrapubica offre le maggiori garanzie in tema di contaminazione ma la tecnica richiede una certa manualità, è abbastanza invasiva ed è pertanto limitata all’ambiente ospedaliero e a casi selezionati (per lo più neonati e bambini sotto l’anno di vita). Nelle urine ottenute mediante puntura sovrapubica ogni microorganismo (eccettuati i saprofiti cutanei) che cresce a qualunque concentrazione è indice di infezione urinaria.
Altra tecnica da riservare a casi selezionati è il cateterismo vescicale. Può essere indicato nei bambini e in donne non collaboranti (anziane, allettate....), non esclude completamente il rischio di contaminazione ed è gravato da una certa percentuale di infezioni secondarie alla manovra stessa.Dopo la raccolta, due passaggi altrettanto importanti sono la conservazione e il trasporto del campione di urina.
Poiché l’urina è un buon mezzo di coltura per molte specie microbiche si comprende che, se il tempo intercorrente tra raccolta del campione e semina su piastra supera i 30’ - 60’ e l’urina viene mantenuta a temperatura ambiente e senza conservanti, si ritroveranno cariche microbiche falsamente aumentate. Quando i tempi di trasporto superano i 60’, le urine vanno raffreddate a + 4°C e la semina dovrà essere eseguita entro 2 ore; se si usano recipienti sterili contenenti appositi conservanti, la semina può essere dilazionata di alcune ore ma va comunque eseguita entro le 24 ore.


Conta ed identificazione del batterio
L’esame colturale consta di 3 fasi:
  • La conta,
  • L’identificazione del germe
  • L'antibiogramma  le prove di sensibilità agli antibiotici.
CHE COSA E' L'ANTIBIOGRAMMA ?
L'antibiogramma è un test che permette la valutazione del profilo di sensibilità batterica in vitro a vari antibiotici che si esegue esponendo concentrazioni standard del microrganismo in esame ad una serie di ben definite concentrazioni di farmaci.

Le metodiche più largamente utilizzate dai Laboratori di microbiologia clinica sono la diffusione in agar secondo Kirby-Bauer (manuale) e la microdiluizione in brodo (automatizzabile).
La prima metodica prevede la valutazione, su terreno agarizzato, dei diametri degli Aloni di Inibizione che circondano il punto di deposizione di dischetti antibiotati, mentre la seconda permette ottenere, per le varie molecole testate, la Minima Concentrazione Inibente (MIC), intesa come la più bassa concentrazione del farmaco in grado di inibire la crescita "in vitro" del microrganismo saggiato.

I diametri degli aloni di inibizione o le MIC vengono poi rapportati a valori soglia (breakpoint) fissati da alcune Istituzioni scientifiche per le diverse combinazioni microrganismo-antibiotico. Attraverso il confronto con i breakpoint, i risultati ottenuti possono essere tradotti nelle cosiddette Categorie di Interpretazione :
S (sensibile)
I  (intermedio)
R (resistente).
Per ogni combinazione microrganismo-antibiotico vengono fissati due breakpoint (se sono previste tre categorie di interpretazione: S-I-R) o un solo breakpoint (se sono previste due categorie di interpretazione: S-R)
I breakpoint sono fissati in funzione di un complesso insieme di parametri:
- microbiologici (es. distribuzione delle MIC o degli aloni di inibizione dei ceppi selvaggi, cioè privi di meccanismi di resistenza acquisiti)
- farmacologici (es. dosaggio del farmaco terapeuticamente utilizzabile e concentrazioni sieriche ottenibili)
- clinici (es. studi di efficacia clinica).

La MIC ovvero la CONCENTRAZIONE MINIMA INIBENTE
 Quando disponibile, la MIC può costituire, se correttamente interpretata ed utilizzata, uno strumento di grande utilità per la scelta della migliore strategia terapeutica, soprattutto in caso di particolari criticità relative a :
-  sede di infezione (sangue, S.N.C., polmone, tessuti profondi...)
-  condizioni cliniche del paziente
-  microrganismi multi-resistenti (MDR)

Per interpretarla in modo corretto occorre anzitutto considerare che:
 -   valori preceduti da segno  ≤  indicano che la crescita del microrganismo è stata inibita dalla più bassa concentrazione dell'antibiotico utilizzata per il test, esprimono quindi una notevole sensibilità indipendentemente dall'entità del valore numerico

Esempio A
MIC antibiotico X ≤ 8
MIC antibiotico Y ≤ 0,5            
Il microrganismo si è dimostrato tanto sensibile a X quanto a Y
-   se non preceduto da tale segno il valore della MIC dovrebbe essere valutato anche in relazione alla "distanza" dal valore del breakpoint fra la categoria S e quella I o R (Limite di sensibilità), tenendo presente che vengono testate concentrazioni "al raddoppio".

Esempio B:
MIC antibiotico X = 1 con breakpoint  = 8
MIC antibiotico Y = 1 con breakpoint  = 2   
X è l'antibiotico con la MIC più favorevole

Esempio C:
MIC antibiotico X = 0,5 con breakpoint  = 1
MIC antibiotico Y = 2 con breakpoint  = 32    
Y è l'antibiotico con la MIC più favorevole

Cosa significa nell'antibiogramma  S (ensibile) oppure I (ntermedio)  oppure R (esistente) ?
La correlazione fra le indicazioni ottenibili dai test "in vitro" e la reale efficacia clinica delle molecole nel singolo caso non è ovviamente assoluta, dipendendo da un insieme complesso di fattori fra i quali grande rilievo hanno:
- l'effettivo ruolo clinico del microrganismo esaminato
- la sede dell'infezione e la possibilità del farmaco di raggiungerla in concentrazioni adeguate
- il dosaggio e la corretta modalità e tempistica di somministrazione dell'antibiotico anche in relazione alle caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche
Usualmente si considera l'indicazione S come predittiva dell'efficacia del farmaco (se correttamente somministrato), R corrisponde ad un'improbabile efficacia del farmaco, I esprime una scarsa sensibilità (quindi una lieve resistenza) ammettendo dunque che il farmaco possa risultare efficace solo qualora si concentri particolarmente nella sede di infezione o sia utilizzato a dosaggi sufficientemente elevati.
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